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| ]  «U pulpe rizze» è un ghiotto boccone che i baresi si sono tramandati nei secoli. Non si esagera se ancora oggi «le pulpe rizze» baresi sono unici al mondo. Boccone prelibato degli Dei. Se per il milanese il panettone è un indiscutibile riferimento caratteristico, per il modenese è lo zampone e per il napoletano la pizza, per il barese è sua maestà «u pulpe rizze», gioiello della ricchissima fauna marina del nostro litorale Il suo peso può raggiungere i 5-10 chili. Generalmente oggi viene pescato poco lontano dalla riva a colpi di fiocina, paralizzandolo con il potente fascio luminoso della «lampara» o quando c’è la luce del sole e mare calmo. Quel sole di maggio che intiepidisce l’aria e invita il barese all’immancabile visita «n-dèrr’a la lanze»( luogo caratteristico marinaro per la vendita dei pesci e frutti di mare sul Lungomare di Bari)  dove l’occhio si appaga di tante sensazioni. E qui «u pulparùle»(pescatore e venditore di polpi) inizia all’aperto il suo non breve rituale per l'arricciatura( il polpo viene sbattuto più volte per terra per renderlo più facilmente commestibile) sotto gli occhi di numerosi «patiti», curiosi e acquirenti. È uno spettacolo primitivo degno di essere vissuto da chi ne sente tutto il rude fascino. La Gazzetta del Mezzogiorno |
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